martedì 23 marzo 2010
Testimonianze documentate risalenti al 1542
Dall'Archivio della Curia di Feltre
Ottaviano Ricca: “Et li treppi che ho fatto cum ella sono sta’ honesti, come zugar a dadi de sere de noselle in presentia delli soi de casa et de quelli de messer Marcantonio de Monte, et zogar alla lippa publicamente.” Marcantonio da Monte: “Et questi termini ho visto usar cum Ottavian fiol del Trombetta et Hieronymo servitor del magnifico Castellan da Molin, cum li quali l’ho vista usar grande domestichezza et secretteza et anche poi usar atti inhonesti, alla sbardellata, senza alcuna vergogna in rider, parlar, smatar, zugar alla balla, al pandol et ad altri giochi. Et maxime cum Octaviano [...]”. Nel marzo e nell’ottobre 1542 Ottaviano Ricca, figlio diciottenne del trombetta salariato dalla Comunità di Feltre, e il notaio Marcantonio da Monte testimoniarono nella causa matrimoniale tra la figlia del campanaro pubblico e il figlio di un notaio della città. Per stabilire se il matrimonio tra i due giovani fosse avvenuto o meno, il vicario vescovile ascoltò molte persone, che riportarono fatti, circostanze e abitudini relative ai due protagonisti e al loro vicinato, per lo più abitanti del Castello di Feltre. Le testimonianze ci restituiscono dettagli di vita del passato, rispettando persino le varietà linguistiche regionali: il gioco si chiama “lippa” per Ottaviano, di origini cremonesi, “pandol” per Marcantonio, feltrino.
Il documento si conserva nell’Archivio della Curia di Feltre.
Ringraziamo Donatella Bartolini autrice della scoperta.
Ottaviano Ricca: “Et li treppi che ho fatto cum ella sono sta’ honesti, come zugar a dadi de sere de noselle in presentia delli soi de casa et de quelli de messer Marcantonio de Monte, et zogar alla lippa publicamente.” Marcantonio da Monte: “Et questi termini ho visto usar cum Ottavian fiol del Trombetta et Hieronymo servitor del magnifico Castellan da Molin, cum li quali l’ho vista usar grande domestichezza et secretteza et anche poi usar atti inhonesti, alla sbardellata, senza alcuna vergogna in rider, parlar, smatar, zugar alla balla, al pandol et ad altri giochi. Et maxime cum Octaviano [...]”. Nel marzo e nell’ottobre 1542 Ottaviano Ricca, figlio diciottenne del trombetta salariato dalla Comunità di Feltre, e il notaio Marcantonio da Monte testimoniarono nella causa matrimoniale tra la figlia del campanaro pubblico e il figlio di un notaio della città. Per stabilire se il matrimonio tra i due giovani fosse avvenuto o meno, il vicario vescovile ascoltò molte persone, che riportarono fatti, circostanze e abitudini relative ai due protagonisti e al loro vicinato, per lo più abitanti del Castello di Feltre. Le testimonianze ci restituiscono dettagli di vita del passato, rispettando persino le varietà linguistiche regionali: il gioco si chiama “lippa” per Ottaviano, di origini cremonesi, “pandol” per Marcantonio, feltrino.
Il documento si conserva nell’Archivio della Curia di Feltre.
Ringraziamo Donatella Bartolini autrice della scoperta.
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